Viaggi

  • I tre volti del Belgio birraio

    Un grande ritorno in Belgio, questa volta con entrambi i piedi dentro il mondo della birra artigianale e con una passione sfrenata che negli anni è aumentata a dismisura.

    Molti sono i movimenti birrai che nei secoli sono nati e si sono sviluppati nel mondo, ma questa terra, per noi, sarà sempre sinonimo di qualità e autenticità. 
    Da questo punto di vista, non vi è posto come il nostro amato Belgio.

    Abbiamo scelto, nella miriade di proposte che si possono trovare in questa terra, 3 birrifici che ci stanno a cuore e che rappresentano a nostro avviso i tre diversi volti del movimento birraio belga.

    Buona lettura!

    Brouwerij De Ranke

    La nostra esplorazione inizia da una vera e propria istituzione: nel cuore della Vallonia, a Dottignies, si trova il Birrificio De Ranke.

    Fondato nel 1994 da Nino Bacelle e Guido Devos, De Ranke è diventato un pilastro del movimento birraio indipendente, mantenendo viva la tradizione belga.

    Il birrificio si distingue per la sua filosofia produttiva: nessun compromesso sulla qualità. Ogni birra è prodotta con luppoli in fiore e malti di primissima scelta, con un approccio rigorosamente artigianale che valorizza i sapori autentici e complessi.

    Tra le loro creazioni più iconiche possiamo nominare la “XX Bitter”, manifesto del loro amore per le birre amare o la “Saison de Dottignies”, ad incarnare perfettamente lo stile rustico e fruttato delle saison belghe.

    Dopo l’interessante visita al birrificio con Nino, si arriva alla taproom.

    Rustica al punto giusto, con una stupenda veduta sulla campagna belga che circonda il birrificio e ovviamente la migliore selezione prodotta.

    Si parte dalle spine, con qualche grande classico.

    Ecco che arriva la più famosa: la XX Bitter, regina indiscussa della casa.
    A seguire, la Franc Belge: amber ale da 5.2%, leggera, con un corpo morbido maltato e un finale leggermente amaro donato dal luppolo utilizzato, il Fuggle.

    La più apprezzata, però, è stata la Saison de Dottignies.
    5.5%, colore dorato, al naso un’esplosione di aromi fruttati e floreali.
    In bocca si percepiscono le note di miele con un evidente sentore erbaceo donato dal luppolo.
    La secchezza finale la rende una birra facile da bere, che non stanca facilmente.

    Abbiamo deciso di chiudere questa fantastica visita al birrificio De Ranke con una Mirakel.

    Blend di 3 Lambic, due provenienti dal Pajottenland e uno del birrificio stesso, rappresenta un vero e proprio miracolo, come il nome dichiara.

    5.5%, un bel dorato carico, schiuma bianca evanescente. Aromi brettati e legnosi. Una bevuta complessa ed equilibrata.

    Una rarità che non ci siamo lasciati sfuggire.

    De Ranke non è solo un birrificio, ma un simbolo di resistenza alle mode del momento e un baluardo della cultura birraia tradizionale.

    Il nostro viaggio qui è stato un ritorno alle radici del Belgio birraio, un’esperienza che ogni beer lover dovrebbe vivere almeno una volta.

    St.Bernardus

    La visita nel cuore birraio del Belgio continua.. direzione Watou.

    Benvenuti allo storico birrificio St. Bernardus: un’icona nel mondo della produzione di birra.

    L’esperienza è iniziata con un’immersione nel verde del loro luppoleto, dove il luppolo cresce rigoglioso e forma una vera e propria cattedrale naturale.

    [Quale occasione migliore per sfoggiare i nuovi sticker?!]

    L’ordine e la cura nel coltivare il luppoleto parla dell’attenzione che St. Bernardus dedica alla qualità. Il luppolo, che in questa zona viene coltivato con metodi tradizionali, è uno degli ingredienti chiave che conferisce alle loro birre quel sapore inconfondibile e ricco di sfumature.

    Entriamo in birrificio, un luogo carico di storia, dove la tradizione monastica si incontra con le tecniche moderne per creare birre straordinarie.

    La struttura in legno che accoglie il visitatore, con il logo inconfondibile di St. Bernardus, incarna perfettamente l’equilibrio tra tradizione e innovazione che caratterizza la loro produzione.

    Ogni birra prodotta qui è il risultato di un processo meticoloso e nonostante i monaci non siano più presenti da anni nella produzione, la qualità è davvero molto alta.

    Lo studio durante un tour, si sa, impegna mente e corpo.
    Per questo, sembra fatta apposta la taproom di St.Bernardus per soddisfare la nostra sete.

    Nel mezzo della campagna belga, attorniati da luppoleti, spicca la stupenda terrazza del birrificio.
    Uno spazio enorme, dove poter degustare le migliori produzioni di casa in un luogo moderno e scenografico.

    Chi non conosce le birre di St.Bernardus? La Tripel ad esempio, oserei dire tra le migliori nel suo genere al mondo. Oppure l’esplosiva ABT 12, Quadrupel da 10% piacevolmente dolce e corposa.

    Proviamo la Extra 4, mai bevuta prima, che con i suoi 4.8% è un perfetto inizio di giornata.
    Ah si, dimenticavo.. abbiamo ben pensato di fare il tour del birrificio alle 10 del mattino.. ops!

    Giallo paglierino, una soffice schiuma, al naso spiccano tutti i profumi agrumati e floreali.
    Un finale asciutto e una bevibilità altissima la rendono la birra perfetta da bere in estate senza rinunciare ad un’esplosione di gusto.

    Che altro si può dire in merito.. tappa obbligatoria per un viaggio nei vari mondi birrai che il Belgio ha da offrire.

    De Dolle Brouwers

    DA IMPAZZIRE!

    Abbiamo varcato le porte di De Dolle Brouwers, immergendoci in una dimensione unica, un vero luogo di culto per ogni appassionato di birra artigianale.

    Qui la tradizione belga si unisce ad un pizzico di follia creativa, rendendo questo birrificio uno dei più eccentrici e affascinanti che abbia mai visitato.

    Fondato nel 1980, De Dolle Brouwers ha radici profonde nella storia della birra.
    Il birrificio nasce in un vecchio mulino ristrutturato nella cittadina di Esen, nelle Fiandre occidentali, e da allora è diventato un simbolo di resistenza creativa nel mondo della birra artigianale.

    Al timone c’è il geniale Kris Herteleer, non solo un birraio, ma un vero e proprio artista e vero visionario.
    Kris non si limita a produrre birra, ma a raccontare delle storie: ogni sua creazione è un racconto liquido che sfida le convenzioni del gusto e della produzione.

    Le birre prodotte qui, come la famosa Arabier o la tanto di moda Stille Nacht, sono il risultato di un approccio sperimentale, mantenendo però un profondo rispetto per le tecniche tradizionali belghe.
    L’attenzione maniacale di Kris ai dettagli e il suo spirito eclettico si riflettono in ogni sorso, creando birre complesse e sempre sorprendenti.

    De Dolle non è solo un birrificio: è un’esperienza.

    Dopo la visita, è d’obbligo sedersi a degustare le loro creazioni nella storica taproom.

    E’ arrivato il momento di assaggiare qualcosa e la scelta non può che ricadere sue due birre epiche: le leggendarie “Oerbier” e “Arabier”, entrambe frutto del genio di Kris.

    Partiamo dalla prima, una delle birre più iconiche dell’intero Belgio.
    La Oerbier è un’esperienza sensoriale, scura e dal tenore alcolico importante (9%). Il suo bouquet è complesso e ricco, con note di frutta secca, cioccolato fondente e spezie. Ma ciò che la rende davvero unica è la sua acidità bilanciata, dovuta a una maturazione in bottiglia che evolve nel tempo, creando una bevuta sorprendente ad ogni assaggio.
    Un capolavoro che riesce a migliorarsi con l’invecchiamento.

    La seconda, ma non per importanza, è la Arabier, una birra chiara, più “leggera” rispetto alla sorella Oerbier ma non meno interessante. Con un 8% di alcol, è una Belgian Strong Ale ricca di note agrumate, date da una generosa luppolatura di luppoli belgi. Al naso spiccano profumi di arancia amara e fiori bianchi, che si accompagnano a un corpo ben strutturato e secco. È una birra che sorprende per il suo equilibrio e la sua freschezza.

    Non abbiamo ancora finito… manca LEI…

    Non possiamo andarcene da De Dolle senza averla provata.. la Stille Nacht! 

    Negli ultimi anni, questa birra è diventata una vera “trendsetter” nel mondo delle birre artigianali, con collezionisti e appassionati che la cercano per il suo incredibile potenziale di invecchiamento e per la “moda” che si è scatenata nei suoi confronti.

    Non proviamo la classica, che amiamo ma che troviamo più facilmente in Italia. Proviamo la versione barricata: Stille Nacht Reserva 2022.

    Nasce come una birra natalizia ma ormai viene bevuta tutto l’anno; invecchiata in botti di Amarone per 2 anni e con una gradazione alcolica importante (12%), si distingue per il suo carattere caldo, complesso e profondo.
    La versione riserva, in particolare, eleva tutto questo a un nuovo livello: le note di caramello, frutta candita, miele e spezie si fondono con una leggera acidità che rende ogni sorso unico.

    Ogni annata porta con sé sfumature diverse, e la “2022” non fa eccezione, rendendola una chicca imperdibile per chi ama scoprire ogni minimo dettaglio evolutivo della birra nel tempo.

    E con questa birra epica, si chiude il nostro viaggio tra le creazioni di “De Dolle Brouwers”.

    Un’esperienza che ci ha fatto scoprire la passione e la tradizione di un birrificio che ha saputo conquistare il cuore di tutti gli esploratori del luppolo come noi.

  • Arequipa, la città dei vulcani

    5200 km percorsi, decine di paesaggi totalmente diversi, altrettante altitudini, persone e culture diverse incontrate nel nostro cammino.

    Non possono mancare, ovviamente, alcune delle migliori produzioni birrarie del paese.

    E non possiamo che iniziare da Arequipa (2335 m), prima tappa del nostro viaggio, dove abbiamo incontrato il birrificio artigianale più diffuso, eletto il migliore del Perù nel 2022: Cerveza 7 Vidas.

    Il birrificio nasce a Tacna, nel profondo sud peruviano ma ha taproom in tutto il paese.

    Proviamo quella di Arequipa, a pochi passi dal centro, partendo col botto!

    Chinook Single Hop DIPA, una Double IPA “Old School” in stile West Coast IPA. 
    Una bomba luppolata da 8.8% con aromi di pompelmo, pino e resina.

    Questa è solo la prima bevuta ufficiale, ce ne saranno molte altre ad aspettarci in città.. seguite i muri rossi del monastero di Santa Catalina.

    Arequipa, situata a 2335m, nel sud del paese, è protetta da alcune delle vette vulcaniche più alte al mondo: il Chachani, il Pikchu Pikchu e “El Misti”, che con i suoi 5822m rappresenta uno dei vulcani più alti del Perù (con un Luppolo in posa!).

    Se volete far toccare il cielo con un dito alle vostre papille gustative, rimanendo nel centro di Arequipa, allora provate “Tanta”.

    Locale molto originale, con interni e arredamenti tipici del paese, ottima accoglienza e piatti tipici di qualità (da provare il Lomo saltado!)

    Ad accompagnare, ecco il birrificio Servus.
    Birrificio cittadino, produce birre d’ispirazione tedesca, seguendo alla lettera l’editto della purezza.

    Proviamo la loro Lager, trovando una birra pulita, bilanciata e con un’alta bevibilità, come le birre di stampo tedesco comandano.

    Quando una città stupenda, un ottimo locale, dell’ottimo cibo e un’ottima birra si incontrano.. non può che essere un successo.

    Si, questa volta non si parla di birra, ma di una location e un prodotto unici nel suo genere.

    Chanco Cojo” è il marchio del gruppo Peruvian Ciders, sidreria artigianale giovane ed innovativa, con produzione (e una stupenda taproom) nel centro della città.

    L’utilizzo di ingredienti locali e una vasta gamma di produzioni diverse sono i loro punti forti.
    Di certo non è abituale trovare una taproom che fa del sidro la prima e quasi esclusiva proposta.

    Ecco quindi che proviamo due loro particolari; 
    A sinistra, Chancho de Mayo, un sidro di mirtillo con agave andino di Huaraz e tequila. 7.8%, una spiccata dolcezza e un finale alcolico.
    A destra, Pineapple Malibu, un sidro di pera con ananas e cocco tostato. Nonostante i sui 7.9%, è risultato fresco e rinfrescante.

    Una formula di certo coraggiosa, quella di proporre quasi esclusivamente sidri, ma che sembra essere vincente.. quantomeno qui ad Arequipa.

    In conclusione, se stai pianificando un viaggio in Perù, non dimenticare di includere Arequipa nel tuo itinerario. Lasciati affascinare dalla sua bellezza, stupire dalla sua storia e deliziare dalle sue birre. Arequipa non è solo una città da visitare, ma un’esperienza da vivere appieno, con il cuore e con il palato.

    Salud e buon viaggio!

  • Budapest, la perla del Danubio

    Budapest… la città che non ti aspetti.

    Erratamente sottovalutata, ha tutte le caratteristiche per essere considerata una della migliori città d’Europa, per stile di vita, storia, cultura e movida.

    Con l’impagabile potere di aumentare le aspettative di viaggio, dato che noi stessi non pensavamo di trovarci di fronte ad una tale bellezza!

    La sua scena brassicola artigianale è a livelli molto alti, a soddisfare ampiamente la sete dei beer lover giramondo come noi.

    Non resta che iniziare la beer-exploration!

    In attesa dell’iconico tram, appoggiati al Liberty Bridge, proviamo Horizont Brewing.

    Grande nome del panorama ungherese, con un core range di tutto rispetto e chicche speciali.

    Rientra in quest’ultime “Black Forest” della Sour Series, ispirata all’omonima torta.

    Si tratta di una sour ale barricata in botti di vino rosso della cantina ungherese BOCK, prodotta con purea di fragole, amarene e vaniglia.

    9.9% alcolici e un mix sour-dolce disarmante.

    Birra da contemplazione, consigliabile abbinarla a qualche cibo (possibilmente non dolce!) visto il corpo tutt’altro che facile.

    La strada è ben definita.. in questa città non si scherza!

    Allontanandoci dalla riva del Danubio, ci addentriamo nel quartiere VII, famoso per la movida e per i locali più moderni e stilosi dell’intera città.

    Non solo ristoranti, ma anche qualche negozio da beer nerd, che non ci dispiace mai incontrare nel nostro percorso.

    Csakajósör  – Only Good Beer rappresenta uno dei migliori beershop di Budapest, un’esperienza pluriennale e una vastissima quantità di referenze ungheresi e mondiali.

    L’ambiente è molto informale, ma non aspettatevi un’accoglienza calorosa da parte dello staff o dal proprietario.

    1° prova, ampiamente superata: birrificio Brew your mind, in grande ascesa, esperto in luppolature pesanti

    È una di questa la sua Endless Waves, un’Imperial IPA di 7.7%.

    Decisa, hazy al punto giusto, un livello di amaro ben bilanciato. Una gran bella bevuta!

    Ci saremo limitati ad una sola birra? Assolutamente no!

    Non lasciamo il beershop “Csakajósör” senza prima aver provato almeno un’altra birra.

    Rimaniamo questa volta a Budapest, dove poco fuori città nasce nel 2017 il birrificio Fehér Nyúl Brewery.

    Una vastissima gamma di birre (davvero enorme!), senza paura di osare con qualche esperimento birraio.

    E’ il caso della “Other Side”, un’Imperial Pastry Stout da 9.3% con aggiunta di noci pecan.

    La nota alcolica è evidentissima, forti note di caffè, una schiuma densa e compatta, bevuta non troppo liquorosa, un gusto che ricorda moltissimo la nocciola.

    Ora siamo soddisfatti, possiamo continuare ad esplorare la città!

    Non prima di fare un enorme sorriso al proprietario del beershop, che non ha minimamente ricambiato….

    Brutta giornata per lui… ottima giornata per noi!

    Rimaniamo nel centro città, ma cambiamo locale. E che locale!

    Soltanto 3.7% alcolici.

    Può una così bassa gradazione alcolica soddisfare i palati più esigenti?

    Non sempre alta gradazione significa maggiore gusto o addirittura migliore birra, anzi, non ci azzecca proprio nulla!

    “Mülna” del birrificio ungherese Hübris (a pochi km da Budapest) ne è l’esempio.

    No, non stiamo parlando della Hazy Neipa in primo piano, ma della bella rossa dietro di lei.

    Una Raspberry Sour ale delicata e con spiccate note dolci, un finale acidulo e astringente donato dai lamponi. Un dolcetto ideale come aperitivo ma perfetto anche per l’abbinamento con un dessert.. una crostata di lamponi, ad esempio!

    La location è l’ospitale Beer Brothers, taverna intima e ben curata nel pieno centro della città con un’ampia e curata selezione di birre artigianali ungheresi

    Quando c’è l’accoglienza e si beve bene, si può chiedere di più?

    Nel centro di Budapest, si trova una tra le più eleganti taproom che abbiamo mai visitato..  quasi limitativo chiamarla in questo modo!

    MadHouse Bistrò” è il tipico locale alla moda che potrebbe ricordare quelli nelle nostre grandi città. Luci soffuse, musica soft a rendere l’atmosfera intima, personale gentile e disponibile a curare l’esperienza.

    Il menù ricercato, con pietanze al limite del gourmet e ovviamente la birra, targata MadScientist Brewery.

    Probabilmente il più famoso birrificio ungherese, fondato soltanto nel 2016, ma con una capacità di diffondersi in tutta Europa molto velocemente, grazie all’alta qualità delle loro birre oltre che l’eccentricità nelle produzioni.

    Per questo scegliamo di provare la loro Mad Fischerman’s Soup, una zuppa con cavolo croccante, pesce gatto tonkatsu (una particolare impanatura giapponese) e pane a lievitazione naturale.

    E siccome non abbiamo una mezza misura.. ci abbiniamo una TIPA da 10,5%! 💥

    “C0caine Punch”, collab con l’olandese Frontaal Brewing Co.

    Amara, decisa, estrema!

    Un’IPA da mangiare

    No, il troppo luppolo non ci ha dato al cervello.

    Qui al MadHouse di Budapest si trovano dei piatti originali, ve lo abbiamo già detto!

    Quello che può sembrare un dolce e cioccolatoso gelato nasconde al suo interno un cuore amaro, dato che la crema all’interno è preparata con una delle IPA del birrificio Mad Scientist.

    Troviamo quindi una leggera acidità data dal lampone, la nota dolce ma allo stesso tempo amara del cioccolato fondente e per l’appunto, questo cuore amaro.

    Per bilanciare, scegliamo una chicca che amalgama il tutto deliziosamente.

    Biscuit Behemoth, un’Imperial Pastry Stout da 11%, ispirata ai dolci Cookies n Cream. Densa e liquorosa, con una spiccata dolcezza e una nota alcolica sapientemente nascosta.

    Il miglior modo per concludere una stupenda serata… sarà l’ultima?

    Non solo Ungheria.

    Si, MadHouse si può considerare la taproom di MadScientist Brewery. Ma come ogni taproom che si rispetti, ospita anche le migliori birre di birrifici amici.

    E’ questo il caso dello svizzero Hoppy People, a pochi passi dal confine italiano.

    Prima prova in assoluto per noi di una birra svizzera (a memoria!) e prima grande soddisfazione.

    “Just Pear One” è la loro Imperial Stout. Tutto qui?!

    Direi di no, dato che questa viene lasciata maturare ben 30 mesi in botti di single Morand Williamine, la famosa acquavite di pera. 

    Ne risulta una birra altamente alcolica (14.2%!), un profilo che indubbiamente non lo nasconde, ma che indubbiamente può essere sottovalutato dalla fragranza di pera e dalla bilanciatissima dolcezza.

    Una birra pulita e decisa. Assolutamente da contemplazione.

    Two more hoppy people in this world!

    Born to fly!

    No non sono Maverick e questo non è Top Gun…

    L’unico a volare  è il Flying Rabbit del birrificio Monyo, non solo sull’etichetta di questa lattina ma anche sugli scaffali delle principali catene di supermercati ungheresi.

    Nato nel 2014, è riuscito a imporsi nel mercato della birra artigianale fino a diventare uno dei più popolari birrifici, assieme al già citato Mad Scientist.

    La loro IPA è diventata la più famosa d’Ungheria, per fare un paragone, la possiamo considerare la Punk IPA magiara.

    6.5%, luppoli Citra e Centennial, un’intensa esplosione di frutti tropicali e sentori erbacei, con una leggera nota balsamica.

    Dopo il volo del coniglio, voliamo anche noi.

    L’ultimo post relativo a Budapest non poteva che raffigurare uno dei luoghi più belli della città, il Fisherman’s Bastion e la sua vista sullo skyline cittadino.

    Arrivederci Budapest, al prossimo volo ❤️

  • L’Irlanda, il cuore verde dell’Europa – Parte 2 – IL TOUR

    Lasciarsi alle spalle Dublino è la miglior scelta che possiate fare.

    Certo, la capitale della Repubblica d’Irlanda è senza dubbio un must per chi visita quest’isola, ma a nostro avviso il bello arriva ora.

    Più di 10 giorni in tour in una delle terre più selvagge, scenografiche e incredibili del mondo sono molto difficili da racchiudere in un singolo articolo.

    Per questo, abbiamo indicato quelle che per noi sono state alcune delle principali tappe, con un occhio sempre rivolto alla nostra amata birra.

    Noleggiate una macchina, o se non avete modo, prendete il primo mezzo di trasporto utile per scappare dalla città!

    Cosa vi aspetta? Piccolo spoiler: tra i più bei paesaggi mai visti.

    Irlanda del Nord

    Belfast dista soltanto 2 ore di macchina da Dublino, ma la differenza è ben marcata. La capitale dell’Irlanda del Nord rispetto a Dublino è sicuramente meno turistica, più grigia ed industriale, ma da noi molto apprezzata per aver mantenuto la sua identità ben definita. Il perfetto punto di partenza per iniziare a visitare il nord dell’isola.

    Duke of York

    Camminando tra i vicoli del centro storico accerchiati dai caratteristici murales, nell’area Half Bap ci imbattiamo nello storico pub “Duke of York”

    A contrasto con i locali moderni che hanno ormai invaso la città, questo pub storico mantiene la sua identità ed è un luogo che merita una visita.

    La sua storia non è ben definita, potrete farvela raccontare da decine di persone diverse e ognuna di esse vi racconterà una versione diversa.

    Willie Jack è l’attuale proprietario del pub dagli anni ’80, ma il pub originale dove risiede l’attuale vantava 200 anni di storia.

    Purtroppo, nel 1972, i terroristi che stavano per bombardare l’Alta Corte hanno accidentalmente fatto esplodere la bomba che ha raso al suolo il vecchio pub.

    La passione di Willie Jack ha fatto sì che il pub riprendesse vita e fosse arredato con centinaia di cimeli provenienti dagli storici pub delle nove contee dell’Ulster. Il risultato è qualcosa di unico.

    Gli specchi antichi, le vecchie insegne, i cartelli pubblicitari… si respira la storia.

    Un valore aggiunto è senz’altro la vicinanza dei tavolini, le lunghe panche e l’ambiente accogliente. Se vi lasciate andare e siete timidi, nel giro di poco tempo vi ritroverete a brindare con il vostro vicino!

    Proviamo la “Belfast Session IPA”, prodotta dal nano-birrificio indipendente nord irlandese MashDown Brewery. Una ventata di freschezza in un luogo unico… 

    Se passate per Belfast sapete dove “riposarvi”!

    La magia dell’Irlanda del Nord

    Ora dirigetevi senza indugio verso nord, iniziando ad esplorare davvero questa stupenda nazione.

    Ad appena 1 ora di auto da Belfast troviamo una location cinematografica tra le più suggestive: Dark Hedges!

    Per gli amanti di Game of Thrones non servirebbe aggiungere altro, per chi non lo conoscesse e uno dei più suggestivi viali alberati, che in occasione di una tipica giornata irlandese piovosa e ventosa ha regalato un’atmosfera davvero unica e spettrale.

    Il primo vero “wow” però lo abbiamo urlato all’arrivo a Carrik-a-Rede. Questa cittadina è divenuta famosa per uno dei punti più suggestivi dell’intero stato: il Carrik-a-Rede Rope Bridge.

    Ma prima di questo, in attesa che il cielo schiarisca, è doverosa una visita al caratteristico (e unico!) pub della cittadina…

    Carrik-a-Rede – Bar and Restaurant

    Questo pub aiuta, come se ce ne fosse bisogno, a rendere il panorama e l’atmosfera che si respira in questo angolo di mondo ancora più caratteristica.

    Le immagini parlano da sole, ma immaginate di entrare in questo pub totalmente arredato in legno, a ricordare una vecchia baita di montagna.

    L’odore, il calore e l’accoglienza all’interno sono difficili da spiegare a parole.

    Lasciate perdere che la birra non sia artigianale, ma una comune Rockshore (gruppo Guinness, tanto per cambiare!). Sedetevi ad uno dei vecchi tavoli, assaporate una seafood chowder e scaldate anima e corpo.

    Ma torniamo al panorama mozzafiato di Carrick-A-Rede Rope Bridge. Questo ponte lungo 20 metri, sospeso su di una scogliera alta 30 metri è incastonato in un luogo suggestivo, che permette in condizioni ottimali di godere di una vista stupenda della costa e dell’oceano.

    Vincete la paura dell’altezza perchè ne vale davvero la pena, un must se passate di qui.

    Si può rendere ancora più interessante una giornata?

    Certamente, se la prossima meta è una delle più famose e originali meraviglie naturali del mondo: le Giant Causeway.

    Promontorio formato da circa 40.000 colonne di basalto esagonali di origine vulcanica: si è creato circa 6 milioni di anni fa da un flusso di lava dovuto ad eruzioni vulcaniche. Le colonne emergono dal mare creando decine di originali composizioni lungo la costa battuta dal vento e dalle onde che s’infrangono rumorose, dando vita a un quadro poetico e infinitamente emozionante.

    Questa incredibile formazione rocciosa è talmente suggestiva e preziosa dal punto di vista naturalistico da essere dichiarata Patrimonio dell’Unesco dal 1986.

    La leggenda narra che il guerriero gigante dell’Ulster Fionn Mc Cumhaill si fosse innamorato perdutamente di una gigantessa scozzese dell’isola di Staffa e per raggiungerla avesse costruito con le sue possenti mani una strada di pietra per poterla corteggiare ogni giorno.

    Un’escursione in questo luogo vale da sola il viaggio in questa nazione.

    Lasciandoci alle spalle l’Irlanda del Nord, ci dirigiamo a sud, verso la costa ovest.

    Questo articolo non ha lo scopo di descrivere ogni singolo luogo o parte d’Irlanda, la quantità di paesaggi, siti culturali, cittadine, è innumerevole e sarebbe difficile descrivere tutto. Per maggiori informazioni in merito contattateci tramite il form Contatti.

    Il ritorno in Irlanda

    Scendendo lungo la costa, troviamo uno dei birrifici (questa volta artigianale!) che ci ha piacevolmente sorpreso durante il nostro viaggio : Lough Gill Brewery.

    Lough Gill Brewery

    Ci troviamo a nord della Repubblica d’Irlanda nell’omonima città di Sligo.

    Qui nel recente 2016 nasce questo birrificio con lo scopo di far rinascere la birra artigianale nella città, che un tempo ospitava ben 5 birrifici.

    Indipendente e familiare, la loro filosofia è di produrre birre con le migliori materie prime, utilizzando quando possibile anche degli ingredienti locali.

    La breve visita al birrifico è stata accogliente e lo staff davvero molto ospitale. Non hanno una taproom al momento, però la nostra auto a noleggio ha abbastanza spazio per ospitare una dozzina di loro birre, che ci terranno compagnia durante il resto del tour.

    Dove abbiamo degustato le loro birre?

    La prima bevuta è la loro “New Journey”, one shot release, è una DDH Juicy IPA da 5,7% con luppoli Stata, Galaxy e Simcoe Cryo. Frutto della passione, agrumi e una “haziness” degna della migliore nebbia irlandese.

    La location è il Downspatrick Head, promontorio a pochi km da Ballycastle, nella contea di Mayo. Una location semplicemente unica e fortunatamente ancora poco conosciuta.

    La seconda bevuta, nelle scogliere tra le più famose al mondo: le Cliffs of Moher.

    214 metri di precipizio sull’oceano, altezza che farebbe tremare le gambe anche ai più temerari. E nonostante il tempo non fosse dei migliori, una vista a dir poco mozzafiato.

    Per un’emozione di questo tipo, ci vuole una birra forte e coraggiosa.

    Per questo portiamo con noi una delle migliori Barrel Aged bevute quest’anno, senza dubbio!

    Lough Gill Brewery in questo caso collabora virtualmente con Faith American Brewing Co. , dando dato vita ad una fantastica Imperial Irish Coffee Stout barricata in botti di Whisky irlandese della Clonakilty Distillery di Cork.

    Una birra epica, con un corpo pieno, caldo, avvolgente. Un grado alcolico elevato (12%) che permette di far percepire tutti i sentori del passaggio in botte.

    Le città, le cittadine e i villaggi

    Non solo paesaggi mozzafiato, ma anche città o cittadine tanto piccole quanto accoglienti.

    La famossisima Galway è tra le tante, quella che ci rimasta probabilmente più nel cuore, dove l’oceano incontra la storia, porto di pescatori e marinai.

    Pub tradizionali, musica irlandese e un centro città a misura d’uomo. Il luogo perfetto dove vivere (si, un pensierino lo abbiamo fatto!), ma più realisticamente il posto giusto dove godersi qualche concerto tradizionale, sorseggiando un’ottima pinta.

    Di quale birrificio? Ma è ovvio, Galway Bay.

    Fondata nel 2009, con una gamma base di sette birre e rilasci mensili che spaziano dalle fruit sours alle grandi birre invecchiate in botte, producono una vasta gamma di sapori.

    Da considerare senza dubbio una delle craft brewery più famose d’Irlanda.

    Visitiamo la sua taproom nel centro di Galway, la Salt House e ci accomodiamo nel patio esterno, a sorseggiare un’ottima Nitro Oyster Stout vivendo la città.

    4,5%, ottimi sentori tostati, un finale leggermente sapido caratteristico dello stile… dato che vengono impiegate le ostriche nel processo produttivo!

    Se non avete mai provato questo stile, correte subito a farlo!

    Si scende lungo la costa e si trova un’altra città, dove si vive con due grandi passioni: il rugby e la birra. Stiamo parlando di Limerick!

    E come in ogni città irlandese che si rispetti, in pieno centro storico si trova una taproom degna di questo nome.

    Il loro motto: “La vita è troppo breve per bere birra cattiva”

    Si può racchiudere in questa frase la scintilla che ha innescato la nascita del Treaty City Brewery.

    Due ragazzi canadesi, partendo da una stanza di Vancouver, hanno dato vita a questo birrificio che ha visto la luce nell’isola di smeraldo, l’Irlanda, nella città di Limerick per l’appunto.

    Spinti dalla volontà di bere birra di qualità, non la solita birra “insipida”, hanno creato qualcosa di originale nel mondo della craft beer irlandese.

    Giunti a Limerick, cerchiamo la loro taproom che in realtà…. è il birrificio!

    Ci si può accomodare vicino ai fermentatori dove la loro birra viene prodotta, in questo ambiente volutamente spartano e davvero originale, a stretto contatto con gli altri appassionati. Un luogo caloroso e conviviale.

    Consigliamo la Sarsfield Stout, un’ottima Dry Stout da 4,2%, ma anche sulle luppolate si difendono molto bene.

    Senza dubbio uno dei migliori luoghi birrosi in tutta l’Irlanda

    Giungiamo a Cork, seconda città in ordine di grandezza dopo Dublino, che condivide con essa soltanto le insegne delle birre commerciali fuori dai locali e il famoso cielo grigio irlandese.

    La differenza con le cittadine precedentemente nominate è evidente, in termini di grandezza, multiculturalità e popolazione. Ma ha mantenuto la sua ospitalità nonstante le dimensioni non siano confrontabili ad un piccolo villaggio.

    Molti sono i pub in centro città (che ve lo dico a fare!), ma non possiamo che consigliare Rising Sons, grandissimo pub con tantissime spine artigianali nel pieno centro città, molto popolare per mostrare le partite di calcio e rugby nei numerosi schermi alle pareti.

    Altro luogo originale, soprattutto se dopo una decina di giorni di viaggio vi manca un po’ l’Italia, è Franciscan Well.

    Avete mai provato la vera pizza italiana, in Irlanda? Questo è il posto giusto!

    Dalle più originali alle più particolari (non storcete il naso, siamo pur sempre all’estero!), qui potete mangiare una vera pizza come fatta in Italia, con prezzi non troppo esagerati e soprattutto in compagnia di un’ottima birra artigianale.

    Da visitare in orario d’aperitivo, per gli irlandesi orario di cena, l’atmosfera nel patio esterno è davvero conviviale.

    Benbulben, Silver Strand, Bunglass Point, Dingle, Ring of Kerry, Ring of Kells, Dunguaire Castle, Dùn Chaoin, il Donegal, ecc. ecc.. ecc..

    Sono decine, se non centinaia i luoghi che meriterebbero una menzione, quantomeno.

    Siamo qui per darvi consigli, raccontarvi le nostre esperienze e darvi le dritte giuste, per vivere questa esperienza irlandese al meglio.

    Dopodichè, zaino in spalla, noleggiate un’auto se potete e partite. Dimenticate gli hotel, alloggiate nei B&B nei villaggi, fatevi ospitare da uno dei popoli più accoglienti e famigliari del mondo.

    L’esperienza non è soltanto nei luoghi, ma anche nel modo in cui si vivono.

    Un viaggio che vi cambierà.

  • L’Alsazia e la cultura birraria che non ti aspetti…

    Ci sono borghi, città e intere regioni che in alcuni periodi dell’anno mostrano il loro volto più gioioso e festoso.

    Basti pensare al carnevale di Rio, all’Oktoberfest in Baviera o come anticipa il titolo.. al Natale in Alsazia!

    La più piccola regione francese, a confine con la Germania, è anche uno dei luoghi più unici in Europa per gli amanti del Natale.
    E per chi non volesse abbandonarsi a qualche bicchiere di vin chaud e ai tipici canti, consigliamo di visitare comunque questa regione tutto l’anno.

    Piacevoli sorprese (birrarie) sono dietro l’angolo!

    Strasburgo

    Capoluogo alsaziano, la città di Strasburgo rappresenta il punto di partenza di ogni viaggio in questa regione.

    Abbiamo passato 3 giorni in terra francese, partendo proprio da quella che si può considerare la città più grande visitata. Non aspettatevi di certo una metropoli!

    Seppur sia una zona ad alta vocazione vinaria, non tarda ad arrivare anche la selezione birraria, particolarmente sorprendente.

    La nostra prima “esplorazione” è La Nöel, la birra di Natale della Micro Brasserie KS. Una birra estremamente beverina nonostante la sua dolcezza e il corpo pieno.

    6.2% e un perfetto equilibrio tra speziato e dolce. 

    Benvenuti in Alsazia, terra del Natale, di vino e… di birra!

    Riquewihr

    Paese che vai… birra che trovi!

    Sembra una frase fatta ma è una delle scoperte fatte durante il nostro viaggio. 

    In tutti i paesini dell’Alsazia infatti abbiamo incontrato almeno un birrificio, solitamente di piccole dimensioni, che produceva birra con diffusione principalmente locale.

    Ne sanno qualcosa a Riquewihr, incantevole borgo da fiaba a pochi km da Colmar.

    Poco più di 1200 abitanti, conosciuto negli ultimi anni per essere stata la cittadina che ha ispirato la Disney per l’ambientazione de “La Bella e la Bestia”.

    Ovviamente, anche qui l’aria natalizia si respira in ogni angolo. Per questo, non può mancare la birra di Natale prodotta dal birrificio locale Brasserie Du Vignoble (BRA’V).

    Birra invernale calda e avvolgente, spiccate note di frutta candita e spezie natalizie.

    La perfetta rappresentazione di questo borgo fiabesco.

    Colmar

    Non solo birre di Natale!

    Se siete tra coloro che odiano i cenoni devastanti, i pesantissimi parenti e le canzoni dei cantanti scongelati appositamente per il periodo, non scartare a priori l’Alsazia dalla tua travel list.

    Anche qui, l’offerta è molto varia e proprio per questo si può trovare qualcosa di più originale e particolare.

    Ne dà l’esempio Brasserie Bisaiguë (Kaysersberg – pochi km da Colmar), che ogni primavera produce la sua Oster Beer.

    Definita una “Bière de Mars”, viene prodotta mettendo in infusione a freddo sambuco e germogli di pino, utilizzando metà orzo e metà frumento. Conclude la leggera bevuta una nota amara data dai luppoli di stagione, non intaccando il profilo altamente floreale.

    La primavera è ormai alle porte, meglio prenderla alla leggera!

    Eguisheim

    Ultima tappa: Eguisheim!

    Di ritorno a casa, incontriamo il più piccolo borgo visitato.

    In quella che era un’antica cantina, troviamo un birrificio altrettanto piccolo!

    Timothy’s  – Le Brasseur du Pape” rappresenta il legame tra Francia e USA.

    Scambiamo due parole con Hélène, co-fondatrice franco-americana nonché moglie del fondatore americano Timothy.

    Questo nano-birrificio vuole creare un nuovo piccolo rinascimento nella zona, dando vita a nuove birre con un occhio moderno e volto ai confini USA.

    E’ di sicuro una grande sfida!

    Saranno le piccole cotte prodotte, sarà l’esperienza di Hélène e Timothy, sarà l’aria alsaziana, ma il risultato è più che ottimo!

    Ne è l’esempio “The Boss”, una East Coast IPA amara e decisa come il personaggio a cui si ispira, il grande Bruce Springsteen.

    Bellissime piccole realtà che fanno venir voglia di mollare tutto e seguire la loro strada.

  • L’Irlanda, il cuore verde dell’Europa – Parte 1 – DUBLINO

    Raccontare alcuni dei paesaggi più maestosi e caratteristici del mondo in un articolo di un blog è quasi impossibile.

    Tantomeno trasmettere a voi lettori il calore del suo popolo, la loro accoglienza e la loro ospitalità unica.

    Ancor meno, farvi percepire l’atmosfera che si respira nei loro pub, nei piccoli villaggi e nelle taverne affacciate sull’oceano.

    Con questo articolo, suddiviso in tre parti, vogliamo soltanto convincervi a prenotare un biglietto aereo per una delle isole più belle del mondo.

    Innamorarvi dell’Irlanda sarà naturale.

    DUBLINO

    Punto d’arrivo o punto di partenza, ogni viaggio che si rispetti nell’isola più verde d’Europa passa dalla capitale del paese: Dublino.

    La cattedrale di San Patrizio, il Trinity College, l’antica biblioteca Book of Kells sono solo alcune delle attrazioni storiche della città. Ma a Dublino, a nostro avviso, non si va molto per la storia (altre città europee hanno molto di più da offrire in merito) ma per il bene culturale patrimonio della civiltà irlandese: il pub!

    Il più famoso e più iconico è il Temple Bar ma la città conta più di 1000 pub nel suo territorio.

    Ne abbiamo scelti due in particolare, quelli che nel nostro viaggio abbiamo apprezzato di più per atmosfera e qualità offerta.

    Non potevamo però non dedicare uno spezzone all’istituzione birraria (industriale) di Dublino e onnipresente in tutta l’Irlanda: Guinness.

    Guinness Storehouse

    La nostra visita a Dublino.. non puó che partire da qui!

    Guinness è onnipresente nella capitale e in tutta l’Irlanda, quasi ogni pub ha una sua spina occupata da questa famosa stout.

    Seppur come è noto a tutti, questa birra sia industriale (gruppo multinazionale Diageo – 82 milioni di ettolitri l’anno prodotti in tutto il mondo), vogliamo iniziare a raccontare questo viaggio in Irlanda proprio da qui, ovvero il colosso che monopolizza il mercato della birra irlandese e non solo.

    A St, James’s Gate le cose sono molto cambiate rispetto ai tempi del fondatore Arthur Guinness, nel 18° secolo.

    Qui sorge il Guinness Storehouse, attrazione n°1 di Dublino dove è possibile entrare in stretto contatto con questa birra, conoscerne la produzione, la storia ed assaporarne una pinta appena spinata godendo del panorama dalla sua terrazza.

    Ne vale la pena?

    Se volete bere un’ottima pinta di birra a Dublino, ci sono molti altri posti (e molte altre birre!) da preferire a questa famosa stout. Seppur qui abbia indubbiamente un gusto diverso rispetto alla peggior copia che arriva in Italia, il suo livello è industriale, per produzione di massa ed è difficilmente apprezzabile da chi almeno qualche ottima birra artigianale l’ha bevuta.

    L’esperienza però a nostro avviso è da fare, per la particolarità del luogo (un grande fabbricato in stile industriale), per il piacevole percorso illustrativo e soprattutto per la vista di Dublino che si può godere dalla terrazza panoramica.

    Per quanto riguarda la birra.. beh, non sarà difficile per voi trovarla anche altrove, essendo OVUNQUE!

    Bevetene una pinta, non fate i bacchettoni!

    Porterhouse Dublin

    La battaglia tra Davide e Golia.

    Si può riassumere così la nascita nel lontano 1989 di “The Porterhouse Brewing Company”, che si trovò a sfidare i colossi Guinness, Murphy’s e Beamish i quali avevano tra le loro mani il 100% della produzione di birra in Irlanda.

    A dare una svolta craft ci pensarono i cugini Oliver Huges e Liam LaHarte aprendo il primo Porterhouse pub nella contea di Wicklow. Affiancano dapprima le proprie produzioni a prodotti d’importazione, in modo da “formare” i bevitori ed espandere la loro visione di birra.

    Dopo anni di scuola, decidono di fare il grande salto ed aprire il proprio pub a Temple Bar.

    Porterhouse rappresenta una grande alternativa ai colossi industriali onnipresenti nella capitale irlandese. Con gran parte delle spine occupate dalla loro birre e un’ottimo food menù, è il posto giusto per passare una serata in un tipico pub di Dublino bevendo birra artigianale.

    E se siete degli eterni indecisi come noi, via con il beer flight! Non si sbaglia mai.

    Sapete indovinare lo stile dell’ultima birra, la Renegade? 

    Merchant’s Archs

    Per la serie: “Pub di Dublino che meritano una visita”

    Sicuramente, cercando le attrazioni da vedere a Dublino, vi sarà apparso nella top 10 il famoso ponte Ha’penny. Dopo una velocissima visita e foto di rito, guardatevi alle vostre spalle e troverete uno dei pub più antichi della città: il Merchant’s Arch.

    Datato 1821, questo caratteristico pub merita la visita anche solo per l’ambientazione e l’atmosfera. Innumerevoli spine vi accolgono all’entrata, l’immensa gentilezza del popolo irlandese e l’ottimo cibo fanno il resto.

    Caratteristica è la lunga scala a chiocciola che porta al piano superiore, con molte foto ed insegne alle pareti.

    Una pinta, un’irish breakfast e 4 chiacchiere con il publican. Serve altro?

    Qui sopra abbiamo citato solo alcuni dei luoghi che abbiamo apprezzato della città, una capitale che ha senza dubbio molto da offrire.

    Il meglio però, deve ancora venire. Ci aspetta la vera e autentica Irlanda!

    Vuoi qualche altro consiglio per il tuo prossimo viaggio in Irlanda?

    Clicca qui e compila il form. Saremo felici di rispondere alle tue domande!

  • Copenhagen: il volto moderno della birra

    Che Copenhagen fosse una delle capitali europee più moderne e all’avanguardia, non è mai stata una grande scoperta. 

    Altrettanto conosciuto è lo stile di vita ed il benessere della popolazione danese rispetto a quella di altre nazioni europee.

    Ma non tutti sanno che in questo paese, in particolar modo a Copenhagen, esiste un movimento birrario moderno ed innovativo, che non teme l’esagerazione e l’azzardo e punta su produzioni di qualità altissima e molto ricercate.

    Salite sul nostro aereo “virtuale”… si vola a Copenhagen!

    Mikkeller Baghaven

    Cosa ha reso Copenhagen una delle mete più apprezzate e ricercate dai beerlovers del pianeta?

    Gran parte della fama la si deve a uno dei birrifici più conosciuti al mondo: Mikkeller.

    Il birrificio è divenuto un colosso birraio a livello globale e dall’anno della sua nascita, nel 2006, l’espansione di questo marchio è stata esponenziale.

    Nato inizialmente come gipsy brewery, ora vanta ben quattro birrifici nel mondo: Mikkeller San Diego, Warpigs, Mikkeller Brewpub London e Baghaven a Copenhagen, per l’appunto.

    Quest’ultimo è considerato un luogo di culto per gli appassionati, soprattutto per gli amanti delle birre acide e fermentazioni spontanee. 

    Baghaven è una blenderia, ricavata da un vecchio magazzino abbandonato situato sull’isola artificiale di Refshaleøen (ex cantiere navale). Fin dall’arrivo in traghetto, n. 992 da Nordre Toldbro – zona Sirenetta, l’atmosfera è molto suggestiva, grazie ad un luogo che rappresenta perfettamente l’idea del recupero industriale ed avanguardia dei paesi del Nord Europa.

    Adiacente a Baghaven troverete il mercato all’aperto di Reffen, street food disponibile tutti i giorni che racchiude alcune delle cucine più famose del mondo (anche italiana, ovviamente!). Potrà sicuramente tornarvi utile in caso di una probabile degustazione approfondita, dopo la quale potrete stendervi sulla spiaggia artificiale a riposarvi dopo l’enorme faticata birraria!

    L’idea di Mikkeller è di creare in questo luogo suggestivo delle Danish Wild Ales e Rustic Shipyard Ales realizzate con microflora batterica nativa ed invecchiate in 12 botti di quercia (foeders) di dimensioni comprese tra 3000 e 7000 litri, oltre che a 50 botti di Chardonnay California da 225 litri (in continua espansione).

    A capo della produzione, oltre che dei continui studi in merito, c’è Ehren Schmidt, precedente capo birraio e scienziato del lievito alla Toolbox Brewing Company a San Diego.

    La sua passione per la birra ed il suo background scientifico lo hanno portato nell’industria della birra, dove è diventato un’autorità nell’isolamento, nella caratterizzazione e nell’implementazione di lieviti selvatici e batteri.

    Cosa possiamo trovare quindi a Baghaven? 

    Innanzitutto un ambiente familiare ed una calda accoglienza. 

    La location, in stile industrial, si sposa alla perfezione con l’anima di Mikkeller e di Copenhagen.

    In secondo luogo, più importante, si possono trovare produzioni uniche che possono essere provate soltanto qui, essendo per esse utilizzati ceppi di lieviti e batteri autoctoni.

    Dopo qualche minuto d’attesa in coda, prendete la difficile decisione di quale birra bere (per prima!), trovate posto in uno dei tavoli sul lungomare e godetevi la bevuta in questa location stupenda.

    Citiamo soltanto alcune delle birre che potrete trovare quasi sempre nella loro taproom, come la Bagsæson Blend 1, la loro classica Farmhouse Rustic Danish Shipyard Ale da 6,8% in stile belga, invecchiata in botti di quercia europea per 10 mesi.

    Tra le altre la Refsæsøen Abrikos prodotta con albicocche fresche Bergeron e Milord e anch’essa maturata in botte.

    Nel caso non siate particolarmente amanti delle Wild Ales, la taproom propone alcune produzioni di Mikkeller e Mikkeller San Diego in stile NEIPA, Vienna Lager e Coffee Stout (a rotazione). Aldilà dei gusti personali, Baghaven merita una visita!

    Un viaggio a Copenhagen richiede obbligatoriamente un paio d’ore da Mikkeller Baghaven. 

    Segnatevelo, è un luogo unico.

    Parola di The Luppolo Explorer!

    Mikkeller & Friends Bottleshop  (Torvehallerne)

    Tra i luoghi più accoglienti dove mangiare al centro di Copenhagen, è senza dubbio da menzionare il mercato “Torvehallerne KBH“, mercato coperto dove trovare la migliore cucina locale ed esotica.

    E quale birrificio potevamo trovare? Mikkeller, ovvio! 

    Il suo Mikkeller & Friends Bottleshop toglie la sete agli affamati avventori di tutto il mercato. 

    Una selezione di birre proprie e grandi referenze estere. Piccolo ma ben rifornito!

    Anche a noi, che scegliamo di gustarci un craft burger con carne d’anatra sfilacciata preparato da Palaeo. Squisito!

    Due sicurezze del birrificio danese ci fanno compagnia: 

    “Burst”, una IPA agrumata e succosa, molto dissetante con un leggero finale amaro.

    “Blow Out”, una IPA erbacea, agrumata e tropicale. Cremosa.

    Un’ottimo craft burger e due ottime craft beers. 

    Anche al mercato… questa è Copenhagen! 

    Warpigs

    Carnivori, metallari, beerlovers: benvenuti in paradiso!

    Quando l’ottimo BBQ Texano si unisce ad un’ottima musica metal, ci sono già tutti i presupposti per passare una fantastica serata.

    Se a questi si unisce un fantastico birrificio come Warpigs… allora siamo fottuti!

    Situato nel quartiere Kødbyen (tradotto “Meat City”), questo ex mattatoio è stato trasformato dal fondatore Mikkel Borg Bjergsø (papà di Mikkeller) in un luogo dove accogliere i mondi del buon cibo, musica e birra in un unico e rumoroso locale.

    Prendiamo un vassoio e ci facciamo servire il nostro BBQ, dove non mancano pulled pork, salsicce affumicate, ribs, coleslaw e Mac ‘n cheese. Siamo tornati negli USA!

    Ad accompagnare, “Area 51”; una pazzesca Hazy IPA da 6,2% estremamente densa e luppolata (!!!), birra che solitamente chiamiamo “asfalta palato”… wow!

    Sulla tap list, vediamo una birra che possiamo tradurre in “godimento liquido”.

    L’ultima della lista, la birra che ci porta a casa… ma non solo!

    Di fronte a noi la “Smoldering Holes BA Stauning”, una magnifica Imperial Stout da 13,4% prodotta da Warpigs in collaborazione con Mikkeller e 3 Floyds.

    Cioccolato, caffè, vaniglia, segale, birra scura impenetrabile, con una lievissima nota affumicata. Densa, corposa, notevolmente alcolica grazie anche all’invecchiamento in botti di Stauning Whiskey per 18 mesi.

    Una birra da contemplazione, che ha accompagnato il nostro fine serata.

    Nella frenesia delle nostre vite sempre vissute di corsa, prendersi un po’ di tempo per gustarsi una birra di questo tipo è quello che ci vuole per riempire il cuore, soprattutto in un luogo come questo. 

    Se poi ci tiene compagnia dell’ottima carne e un sottofondo di ottima musica rock, allora possiamo considerarlo un piccolo paradiso di piacere.

    Istanti unici!

    Amager

    L’altra faccia birraia di Copenhagen.

    Dopo aver visitato uno dei templi di Mikkeller, visitiamo la taproom di un altro colosso…. Amager Bryghus!

    Attratti da un possibile beer flight, qualcosa ci ha convinto ancor di più.

    “American Outlaws” è la serie speciale di Amager ispirata ai grandi fuorilegge americani.

    Scegliamo la Clay Allison, una Wheated Bourbon Barrel Aged Imperial Stout con fave di cacao da 13%.

    Invecchiata in botte di Weller Special Reserve Bourbon per ben 15 mesi, si presenta con un colore nero intenso, una schiuma densa e cremosa.

    Meravigliose note di caffè, malto tostato, una nota calda di bourbon e una bevuta dolce, con un leggero finale amaro.

    “Non ha mai ucciso un uomo che non avesse bisogno di essere ucciso” è la frase sulla lapide di Clay Allison.

    Mai frase fu più azzeccata.. dopo averla bevuta capirete perchè.

    Dopo aver messo alle strette il primo fuorilegge americano…. ecco che ne arriva un altro!

    “Sam Bass” si guadagna l’entrata nella serie di Amager grazie alla sua storia fatta di rapine e imboscate nel selvaggio West, mentre si è guadagnato l’entrata nel nostro cuore grazie alla sua magnifica bevuta.

    Whisky Barrel Aged Imperial Stout con fave tonka, con i suoi 13,5% è la birra più alcolica della serie, con una maturazione in botti di whisky Wilderness Trail Rye per ben 15 mesi.

    Grande aroma tostato, note di whisky corpose, calde e una consistenza oleosa.

    Una delizia per il palato.

    Sam Bass, ci arrendiamo… hai vinto tu!

    Una delle specialità della casa è la produzione di birre luppolate di qualità, per questo salutiamo Copenhagen con questa West Coast DIPA semplicemente SPAZIALE.

    Amager, in collaborazione con Peninsula studiano un metodo di produzione della birra nello spazio… ci saranno riusciti?

    8.3%, una luppolatura esagerata, che rende la bevuta densa, agrumata ma soprattutto  decisamente amara.

    Questa bevuta rende onore ad una città unica, tra le più belle capitali d’Europa, sia per l’atmosfera che per le magnifiche persone incontrate qui. 

    Una nazione, una popolazione ed una cultura rispettose ed accoglienti.

    Lasciamo qui un altro pezzetto del nostro cuore… per tornare, un giorno.

    Mange tak for alt, Copenhagen.

    Foto scattate da Desy Boato

  • Anche ad Amsterdam si beve ottima birra: 3 locali dove trovarla!

    Non solo tulipani, musei, coffee shops e spettacoli a luci rosse.

    Nella capitale europea delle trasgressioni, tra centinaia di locali “posseduti” dalla birra commerciale (Heineken su tutte!), si può trovare birra di ottima qualità.

    Vi illustreremo 3 modi di degustare le autentiche produzioni olandesi in 3 differenti locations.

    Con un’unico scopo: travel, drink…. (good) beer!

    Winkel 43 – Amsterdam

    Uscite dalla stazione di Amsterdam, inforcate le biciclette e fiondatevi in questo locale storico per sfamare il vostro appetito. Si sa, il viaggio fa sempre fame!

    In 5 minuti di bici, in una piccola e caratteristica piazzetta, raggiungete Winkel 43.

    Questo piccolo locale nel centro di Amsterdam propone molti piatti caldi e freddi, ma il vero motivo per cui vale la pena visitarlo è… la torta alle mele più buona mai mangiata!

    Tantissime persone, locali e turisti, siedono in questa piazzetta assolata ed aspettano di far fare un’esperienza mistica alle proprie papille gustative. Proprio il fatto di incontrare cittadini olandesi, toglie qualsiasi dubbio sul valore di questo luogo, di certo non una “trappola per turisti”.

    Nel lontano 2016, la nostra prima volta ad Amsterdam, ce ne innamorammo a tal punto di inserirlo come primo luogo in cui tornare nel nostro nuovo viaggio.

    A differenza di qualche anno fa però, non ancora “beerlovers”, questa volta accompagniamo la mangiata con la “Mannenliefde” del birrificio locale Oedipus.

    Saison in pieno stile, con l’aggiunta di lemongrass per renderla fresca, il pepe di Szechuan per dargli corpo ed il luppolo Sorachi per l’aroma di erba e cocco.

    Un’esperienza deliziosa per iniziare la scoperta della città, il modo perfetto per ricordarla.

    Brouweri t ‘IJ

    Luoghi iconici da visitare ad Amsterdam… ovvero, bere birra artigianale sotto di un mulino a vento!

    Se avete in progetto di visitare la capitale olandese, è doveroso passare dal famosissimo birrificio Brouwerij ‘t IJ (impossibile da pronunciare!)

    Parcheggiate la bicicletta e fiondatevi dentro a questo pezzo di storia!

    Con il suo iconico struzzo, il birrificio produce una vasta scelta di birra da lontano 1985. 

    Nonostante la partnership nata nel 2015 con il gruppo belga Duvel, la qualità delle loro birre è ottima ed il brand si presenta in maniera impeccabile.

    Inutile dire, che aldilà delle ottime produzioni, il luogo sia unico al mondo. Trovare un mulino a vento in pieno centro ad Amsterdam (appena 10 minuti dalla stazione) è molto particolare, l’atmosfera nel plateatico fuori e soprattutto all’interno è unica.

    I grandi tavoli rendono l’atmosfera ancor più conviviale, non stupitevi di fare amicizia con qualche local!

    Scegliamo il loro beer flight (l’ultimo della giornata – disponibile solo entro le ore 18) per provare tutte le loro birre, tra queste la famosa Zatte (Triple) e Natte (Dubbel), giusto per citare le nostre preferite.

    Ma non potevamo limitarci ad un beer flight, avevamo bisogno della chicca, il “dolcetto” che ci facesse uscire dal birrificio contenti (e un po’ brilli!)

    Ecco qui rappresentato The Luppolo Explorer in un momento di degustazione sensoriale. Tra le sue mani, una produzione speciale del birrificio Brouwerij ‘t IJ.

    “De Diepte”, un’Imperial Stout prodotta con acqua purificata del Mare del Nord e cocco di Aruba!

    Di un nero intenso, i sentori di cocco sono inebrianti ed in bocca la consistenza è densa e corposa..

    Un cioccolatino al cocco, dolce al punto giusto, notevolmente alcolico. Esplosiva!

    Non serve aggiungere altro… una birra da leccarsi i baffi!

    Ottima birra, stupenda atmosfera ma soprattutto una location unica nel suo genere, probabilmente unica al mondo. Passate qualche ora in questa taproom, dimenticate tutto il resto e godetevi la bevuta (in compagnia!).

    Non ve ne pentierete!

    De Prael

    Torniamo nel pieno centro di Amsterdam, qui addirittura a pochissimi passi dal Red Light District e da Damrak. Più centro di così!

    Qui troviamo lo storico birrificio De Prael.

    Dal 2002 toglie la sete ai cittadini e turisti di Amsterdam, mantenendo vivo il movimento artigianale della capitale olandese. E questo sarebbe sufficiente per avere la nostra stima.

    Ma non solo. Da sempre si impegnano a dare lavoro in birrificio a persone con un background psichiatrico, aiutandole a reinserirsi in società. Un’iniziativa notevole.

    Nella loro taproom, oltre che un’ottima selezione di birre proprie e birre ospiti (rigorosamente olandesi!) troviamo una buona varietà e qualità di cibo.

    Ad accompagnare la nostra cena, scegliamo la Willeke, una torbida e dorata Tripel in stile belga da 7,5%.

    N.B. Tutte le birre prendono il nome da eroi e personaggi famosi olandesi, nel nostro caso il cantante folk Willeke Alberti.

    Rapporto qualità-prezzo ottimo. Aspetto industrial, ottimo cibo, ottime birre artigianali. Bingo!

    Conclusioni

    Lo abbiamo accennato nel titolo, ed è un quesito che ci siamo posti prima di partire per Amsterdam. Si può veramente bere ottima birra nel centro della città?

    Le insegne di Amstel, Heineken, Bavaria (giusto per citarne alcuni) riempiono ogni angolo. L’impresa di trovare birra artigianale autentica di certo non è facile.

    Ma se siete degli accaniti beerlovers e non potete fare a meno della vostra pinta artigianale giornaliera (come noi!), segnatevi questi locali.

    Passerete degli ottimi momenti, berrete molto bene e ricorderete queste esperienze… anche dopo anni!

  • 2 locali (e 1 intera strada) dove bere ottima birra a Londra

    Non staremo qui ad annoiarvi con un preludio infinito sulla storia della birra in Inghilterra, della sua nascita, delle correnti di pensiero, ecc.. ecc..

    Vi vogliamo raccontare la nostra personale esperienza birrosa nella capitale britannica in poco più di un weekend.

    Nella nostra strada abbiamo incontrato 3 locali completamente diversi ma che hanno una caratteristica in comune: la voglia di trasmettere al mondo la passione per la birra artigianale.

    Ed è anche il nostro credo, per cui… partiamo!

    The Harp – Covent Garden

    Chiudete gli occhi ed immaginate un vero pub londinese, di quelli storici, con una facciata antica che ricorda i fasti d’un tempo.

    Entrate aprendo la porta a vetri colorati, cigolante e usurata. Camminate sull’ormai consumato pavimento in legno.

    Quadri dell’800 sui muri, vecchi specchi opachi, l’intero muro sopra il bancone ricoperto di migliaia di sottobicchieri.

    Subito sotto, una fila di pompe e spine che aspettano solo di essere scelte.

    Vi abbiamo appena descritto quello che ci è stato indicato da molti estimatori birrai come il miglior pub nel centro turistico di Londra: The Harp a Covent Garden.

    Il fascino di questo pub è unico. Ne assaporiamo l’autenticità fin dall’arrivo poco prima delle 11 del mattino, quando fuori dalla porta troviamo alcuni anziani londinesi aspettare che il pub apra. Ok, ora ci sentiamo dei local anche noi!

    Con tutta la calma che la scelta necessita, studiamo le etichette affisse sulle pompe e le spine assieme agli altri appassionati.

    Alcune industriali, alcune referenze più commerciali, tante scelte artigianali.

    Scegliamo una Pale Ale da 5.4% di The Kernel. Non servono presentazioni, non potevamo lasciare Londra senza aver bevuto una loro birra nella loro città.

    Sarà sicuramente anche merito dell’atmosfera o della compagnia londinese, ma ci è parsa la Pale Ale più buona bevuta negli ultimi tempi.

    Un luogo magico, che merita almeno una visita se andate Londra.

    Vi lascerà un ricordo unico.

    The Flat Iron

    Qui si cambia totalmente scenario.

    Dimenticate per un momento il pub tipico londinese e aprite lo stomaco per qualcosa di delizioso.

    Flat Iron rappresenta un ristorante che unisce luci soffuse, buon cibo ed ottima birra artigianale in un mix di successo.

    Scegliamo di provare per comodità la sede di King’s Cross (altre sono presenti a London Bridge, Covent Garden e altre location).

    Il ristorante è famoso principalmente per una portata: The Flat Iron Steak.

    Con sole 12£ potete assaporare una fantastica tagliata di manzo, morbida e succulenta, accompagnata da un contorno a scelta.

    Qualcuno a questo punto potrebbe dire “Hey The Luppolo Explorer, ma la birra dov’è?”.

    Ci stiamo arrivando! 

    Ad accompagnare questo splendido pezzo di carne, potete scegliere una delle birre artigianali proposte dal locale a rotazione. 

    Quando abbiamo letto “DEYA” sul menù, non abbiamo saputo resistere!

    DEYA Steady Rolling Man, probabilmente una delle loro più famose ricette, una Pale Ale da 5,2% che si accompagna molto bene con la portata.

    Se tutto questo non vi ha convinto a provare The Flat Iron, sappiate che troverete nel locale gentilezza e cura nei dettagli, due particolari che a Londra spesso tendono a mancare.

    P.S. Non dimenticate di passare al bancone prima di uscire… vi offrono un ottimo gelato al cioccolato home-made!

    The Bermondsey Beer Mail (London Beer Factory)

    Se vi dicessi che a Londra esiste la “Fifth Avenue” della birra artigianale?

    Un’intera via dedicata alla nostra amatissima bevanda, dove potersi sbizzarrire a provare decine di birrifici e svariati stili differenti.

    Ci troviamo a 10 minuti a piedi dal Tower Bridge e in una linea abbandonata della metro nascono questi locali in pieno stile industriale che hanno dato casa ai migliori dei birrifici londinesi in circolazione. Volete alcuni nomi?

    Moor, Southwark Brewing Company, Brew by Numbers, The Kernel, Anspach & Hobday, Partizan, Cloudwater, London Beer Factory. Vi bastano?

    Proprio da quest’ultimo decidiamo di passare qualche ora, scelto sia per la qualità della birra ma anche per la suggestiva location. 

    Essendo il locale dedicato al “Barrel Project” siamo accerchiati da centinaia di botti in cui le loro specialità barricate stanno prendendo vita. Uno scenario unico!

    Tra una deliziosa “Extreme Citrus” (DIPA da 8,8% ) e una dolcissima “Zia” (Tiramisù Imperial Stout da 9,2%) ci godiamo l’ottima musica e la vista del locale unica.

    Se prevedete un viaggio a Londra, aggiungete almeno 1 giorno da dedicare a questa via.

    Un trip esperienziale!

  • Innamorarsi del Belgio in 4 giorni

    Se vi chiedo di pensare ad un paese che collegate alla parola “birra”, non può che venirvi in mente quel “piccolo” stato a nord della Francia affacciato sul mare del Nord, territorio fiammingo ricco di storia e di cultura, scenario di molte guerre e di molte rinascite: il Belgio

    Da secoli questo paese è la patria della birra, fin da quando, nell’epoca medievale, i monaci iniziarono a produrla nelle abbazie.

    Superando anni di difficoltà, dopo la seconda guerra mondiale si sono riscoperti questi capolavori birrai, permettendo di farsi conoscere in tutto il mondo e garantendo al Belgio la fama che si merita in questo campo.

    Nelle prossime pagine vi racconteremo la nostra esperienza, per 4 giorni ricchi di città stupende, borghi storici, viste mozzafiato e modernità che rendono unico questo paese.

    Ovviamente non ci siamo fatti mancare una grandissima e copiosa dose di cultura… birraia!

    Chi è convinto che in Belgio non ci sia nulla da vedere, alla fine di questo itinerario si ricrederà!

    1° GIORNO

    Dall’Aeroporto Nazionale Bruxelles-Zaventem (BRU) abbiamo acquistato il Go Pass 10 : un carnet da 10 viaggi, dedicato ai giovani di meno di 26 anni al prezzo di soli 52 euro (per i maggiori di 26 anni c’è il Rail Pass che costa 76 euro), condivisibile con più persone, che ci ha permesso di girare il Belgio ad un prezzo davvero esiguo (nella sezione INFO UTILI alla fine dell’itinerario troverete i link per gli approfondimenti relativi ai trasporti in Belgio). Per girare a Bruxelles, abbiamo usufruito solo ed esclusivamente delle nostre gambe, visto che il centro non è particolarmente esteso.

    Dopo aver lasciato le valigie in hotel, a pochi minuti a piedi dalle principali attrazioni, ci siamo diretti verso il centro di Bruxelles per dare inizio alla scoperta della città.

    Ci siamo tuffati nelle stradine del centro, attirati dalla cioccolata e dai waffle, tra palazzi di fine Ottocento e turisti. Camminando per la Rue de l’Etuve ci siamo trovati per caso davanti ad un grande murale di Tin Tin (il più celebre eroe belga dei fumetti).

    Rue de l’Etuve

    Troverete spesso sui muri del centro enormi murales dedicati agli eroi dei fumetti belgi, alcuni dei quali famosi in tutto il mondo come i Puffi (divenuti un simbolo di questa città), Asterix, Lucky Luke e molti altri ancora. Un tocco variopinto e caratteristico che illumina le strade della città, un esempio da seguire!

    Proseguendo per la via e seguendo la folla di turisti ci siamo trovati davanti al celebre Manneken Pis (“bambino che fa la pipì”) una statua in bronzo, alta una cinquantina di centimetri.

    Manneken Pis

    Le leggende sulle sue origini sono molto varie, ma la più conosciuta racconta la storia di un bambino che spense la miccia di una bomba facendoci sopra la pipì salvando così la città da una devastante esplosione, divenendo così il salvatore della città ed un’icona ancora oggi presente ovunque a Bruxelles (ristoranti, souvenirs, t-shirts, ecc..).

    Oltre alla leggenda molto affascinante, non aspettatevi troppo da questa attrazione… abbastanza deludente!

    Dalla fontana del Manneken Pis in pochi minuti si raggiunge la Grand Place, una delle piazze più belle del mondo, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1998. Attorno alla piazza si trovano alcuni degli edifici storici più belli di Bruxelles, per la maggior parte risalenti alla fine del XVII secolo: le Case delle Corporazioni, l’Hôtel de Ville (Municipio) e la Maison du Roi (Casa del Re) adibito a Museo della città. Per chi rimane a Bruxelles qualche giorno sarà normale tornare in questa piazza, dato che è al centro di tutto, è ricca di locali ed è semplicemente stupenda. Vi consigliamo di visitarla in orari diversi della giornata, soprattutto al tramonto e di sera con le luci accese, le facciate dei palazzi cambiano colore rendendola sempre diversa ai nostri occhi.

    Grand Place

    Continuando la nostra passeggiata troviamo la sorellina del Manneken Pis, Jeanneke Pis, una statua in bronzo, alta una trentina di centimetri, che rappresenta una bambina che sta orinando. La leggenda narra che gettare una moneta nella fontana in cui la bambina fa pipì sia di buon auspicio per gli innamorati, con la speranza di vivere un amore duraturo e felice. Il nostro parere? Vedi sopra “Manneken Pis”….

    La tappa successiva sono le Galeries Royales, tra le più belle gallerie coperte d’Europa del XIX secolo, che contano oltre 50 negozi, tra cui boutique di moda, eleganti caffè, un cinema, un teatro e cioccolaterie famose (tra cui la cioccolateria Neuhaus, nella quale nel 1912 fu creato il primo cioccolatino ripieno, la pralina).

    Le Gallerie Reali un tempo erano un centro commerciale elegante e prestigioso e all’epoca dell’apertura erano frequentate dalle élite di Bruxelles. Oggi si sono modernizzate la mantengono ancora il loro fascino d’altri tempi.

    Galeries Royales

    Usciti dalla Galleria decidiamo di mangiare in una delle più antiche birrerie di Bruxelles: “A la Mort Subite”.

    Nel pomeriggio ci dirigiamo verso la Cattedrale dei Santi Michele e Gudula il luogo dove si celebrano i matrimoni reali e le incoronazioni dei sovrani fino a raggiungere il Mont des Arts, un complesso urbanistico situato fra il quartiere reale e il centro storico che oggi ospita la Biblioteca Reale del Belgio, gli Archivi Nazionali e alcuni centri congressi.

    Mont des Arts

    Passando per la Place Royale raggiungiamo il Palazzo Reale di Bruxelles: un imponente edificio dimora ufficiale del re del Paese. Al suo interno oggi ci sono ministeri e sale dedicate alle riunioni di Stato.

    Stanchi per le tante ore di cammino decidiamo di riposarci al Parc de Bruxelles, di fronte al palazzo, che un tempo rappresentava il giardino reale privato. Oggi, invece, è aperto al pubblico ed è molto tranquillo, ideale per riposare mente e corpo.

    Palazzo Reale

    Dirigendosi verso l’hotel e passando per la Rue de la Regence rimaniamo incantati dalla Chiesa di Notre-Dame du Sablon, conosciuta anche come Grand Sablon e dalla sua piazza (Place du Petit Sablon) al cui interno troviamo dieci statue in pietra dedicate alle personalità illustri del Sedicesimo secolo belga.

    Notre-Dame du Sablon

    La stanchezza si sà, provoca sete ed appetito…. per questo a cena non ci siamo fatti mancare una bella abbuffata da Amadeus.

    D’altronde ci servono le forze per affrontare il secondo giorno esplorativo….

    2° GIORNO

    Si parte! Destinazione? Bruges!

    Grote Markt – Piazza del Mercato

    Raggiungere Bruges da Bruxelles è facilissimo: c’è un treno, infatti, che parte da Gare du Midi, Gare Central o da Gare du Nord ogni mezz’ora circa e impiega poco meno di 1 ora. Abbiamo usufruito del sopra citato Go Pass 10 (approfondimenti in INFO UTILI).

    Dalla stazione di Bruges potete scegliere se fare una passeggiata di una decina di minuti per arrivare in centro passando per il Minnewaterpark, oppure prendere un bus direzione CENTRUM, fuori dalla stazione e che porta alla piazza del mercato, in pieno centro, in circa 5 minuti. Noi abbiamo optato per la prima opzione e la consigliamo vivamente, la passeggiata attraverso il parco è molto piacevole.

    Il tempo non era dei migliori, purtroppo ha piovuto tutto il giorno, ma la magia di questa piccola cittadina ci ha lasciato comunque a bocca aperta. Passeggiando per i suoi canali, vi sembrerá di trovarvi in un universo parallelo, un luogo magico che nemmeno pensavate esistesse davvero.

    Bruges in realtà è una città piccola e si può visitare tranquillamente in un giorno, con annesse birrerie e birrifici!!

    Per raggiungere il centro passiamo per il Begijnhof (Beghinaggio), una zona molto tranquilla nella quale vivevano le beghine, delle monache di clausura. Tutt’oggi la struttura è abitata da delle monache, mantenete un rigoroso silenzio!

    Begijnhof

    Nel canale di fronte al beghinaggio vivono i cigni, che si stabilirono qui fin dal XV secolo. Si tratta di un luogo romantico immerso nel verde ed attraversato da ponti da cui si gode una magnifica vista.

    Inizia a piovere, camminando verso il centro siamo attirati verso quello che è l’unico antico birrificio a conduzione familiare, rimasto nel centro di Bruges: quello di De Halve Maan. Molte curiosità sono legate a questo birrificio, a cominciare dall’origine del nome della celebre Brugse Zot, la sola e unica birra ad essere interamente prodotta nel centro storico di Bruges…. Trovi maggiori informazioni cliccando sul nome del birrificio!

    Dopo la visita decidiamo di pranzare nel locale del birrificio.

    Sotto ad una pioggia incessante, proseguiamo il nostro giro e ci imbattiamo in uno degli angoli più romantici di Bruges: il Ponte di San Bonifacio. Un piccolo ponte nascosto dietro la chiesa di Nostra Signora tra piccole case fiamminghe.

    Ponte di San Bonifacio

    Proseguendo per il Dijver arriviamo al punto più turistico della città che bisogna assolutamente vedere: il Molo del Rosario. Da qui partono numerosi giri turistici in battello, ma per via del brutto tempo non abbiamo potuto goderne.

    Molo del Rosario

    Dopo aver scattato numerose foto, ci dirigiamo a Burg, una delle piazze pubbliche circondata da negozi dove abbiamo acquistato souvenirs, soprattutto “culinari”… cioccolata, cioccolata e cioccolata!

    Piazza Burg

    Girando l’angolo siamo finalmente arrivati a Piazza del Mercato (Grote Markt), la piazza centrale della città, il cuore pulsante sia nel medioevo che nei giorni d’oggi, fulcro delle attività commerciali. Circondata da case con classici tetti spioventi e facciate colorate, ci ha regalato un’immagine unica e molto pittoresca. Si trovano in questa piazza anche il tribunale provinciale, il museo Historium ed il campanile Belfort che domina la piazza.

    Grote Markt – Piazza del Mercato

    Dopo aver riempito la macchina fotografica di foto, decidiamo di dirigerci verso la parte più nascosta di Bruges per terminare la giornata: passando per la piazza di Jan Van Eyck, ci immergiamo in un clima a dir poco pittoresco, ve lo consigliamo per scattare qualche bella foto visto che i canali di Bruges sono tra quelli più fotografati di tutto il Belgio.

    Canali di Bruges

    Stanchi per la camminata ci dirigiamo verso un’altra birreria molto famosa non solo a Bruges ma in tutto il mondo: Bourgogne Des Flandres.

    Purtroppo il tempo non ci ha permesso di rimanere anche la sera, ma questo sarà un valido motivo per tornarci un’altra volta ed innamorarci ancora di questa bellissima città.

    3° GIORNO

    La prima tappa del terzo giorno riguarda il Quartiere Europeo.

    Bruxelles, infatti, è considerata la capitale dell’Unione europea in quanto sede di varie istituzioni, tra cui il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio dell’Unione europea.

    Quartiere Europeo

    Di gran lunga interessante è stata la visita al Parlamentarium che ci ha permesso tramite delle pratiche guide multimediali portatili, di comprendere il percorso storico dell’integrazione europea, il lavoro del Parlamento europeo e le vicende che hanno caratterizzato, e che ancora oggi caratterizzano, l’Unione europea.

    La seconda visita sarebbe dovuta avvenire nell’Emiciclo, dove si riunisce il Parlamento, ma in estate (ad Agosto in modo particolare) non è possibile visitarla perché chiusa per ferie.

    Nel pomeriggio ci siamo diretti verso l’Atomium, una della icone della città.

    Un’opera realizzata in acciaio per l’Esposizione Universale del 1958, rappresenta i nove atomi all’interno di una cellula di un cristallo di ferro. Raggiunge i 102 metri d’altezza, le sue sfere hanno un diametro di 18 metri ciascuna e sono collegate tra loro da lunghe scale mobili.

    Per ragioni di tempo e di interesse non lo abbiamo visitato all’interno ma ci siamo limitati ad osservarlo da terra, preferendo ascoltare musica e bere un’ottima birra nel festival tenuto quei giorni proprio ai piedi dell’Atomium.

    Atomium

    In quest’occasione, sono state confermate le nostre sensazioni del primo giorno: il popolo belga è accogliente, sia con i propri concittadini che con i turisti. In tutti e 4 i giorni abbiamo sempre incontrato persone disponibili ad aiutarci, consigliarci e pronte a scambiare qualche parola. Ed in occasione di questo festival, momento di svago per i cittadini di Bruxelles, si sono dimostrati anche molto festaioli!

    Decidiamo di terminare la giornata in un locale tradizionale, che consigliamo a chiunque voglia provare la vera cucina tipica belga: Fin de Siècle.

    4° GIORNO

    Potevamo lasciare il Belgio senza vedere la magnifica Gand?

    Gand – Lungofiume

    Gand, è una delle città più belle della regione delle Fiandre il cui centro medievale ci porta ad un’epoca passata quasi dimenticata.

    Anche in questo caso come per Bruges, c’è un treno che parte da Gare du Midi, Gare Central o da Gare du Nord ogni mezz’ora e impiega circa 40 minuti. Dalla fermata (Gent Sint-Pietersstation) poco fuori la stazione, prendere il tram numero 1 (linea rossa) che vi porterà in centro a Korenmarkt, la storica piazza di Gand.

    Graslei e Korenlei

    Appena scesi dal tram rimaniamo incantati dalla bellezza della Sint-Niklaaskerk (Chiesa di San Nicola) in stile gotico. Procediamo verso il Ponte San Michele da dove si possono ammirare il Graslei e Korenlei letteralmente note come “Riva delle Erbe” e “Riva del Grano”, due incantevoli banchine sulle sponde del fiume Lys, una volta il centro delle attività commerciali della città. Sin dal XII secolo vi sorsero le case delle più potenti corporazioni locali, mentre adesso sono tra gli angoli più turistici e fiabeschi della città.

    Graslei e Korenlei

    Dopo decine di foto procediamo con una classica passeggiata lungo i canali, perfetta per ammirare le casette colorate specchiarsi nell’acqua. Passiamo per Lagermunt, la via dei negozi, ottima per chi vuole dedicarsi ad un po’ di shopping. Arriviamo, poi, ad un isolato a ovest della Vrijdagmarkt nel quale sorge il Dulle Griet. Si tratta di un cannone rosso lungo ben 5 metri, con un calibro di 60 cm, simbolo della città. Sparava proiettili che arrivavano a pesare anche 250 kg!

    Vrijdagmarkt

    Presi dalla stanchezza e dalla sete decidiamo di entrare nell’omonima birreria di Gand: Dulle Griet.

    Riprese le energie con un bella dose di luppolo, visitiamo il Beffroi di Gand, la torre campanaria più alta di tutto il Belgio, grazie ai suoi incredibili 91 metri, si è guadagnata un posto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Si trova al centro di Gand, si può salire tramite un ascensore o per i più “coraggiosi” tramite le scale ed una volta arrivati in cima è possibile ammirare le due chiese vicine, nonché il resto della città medievale. Altamente consigliata!

    Beffroi di Gand

    Dopo una giornata piena e molti chilometri sulle gambe ci riposiamo lungo il fiume Lys, decidendo di aspettare il tramonto per scattare le ultime foto e riprendere un po’ alla volta la strada di casa (in tutti i sensi).

    Non vi è cosa più bella che vedere una città durante il tramonto…..

    Gand al tramonto

    Termina a Gand il nostro viaggio e dopo essere rientrati a Bruxelles (la nostra base), il nostro viaggio continua verso altre mete…

    Il Belgio ci ha sorpreso piacevolmente: la tradizione, la storia centenaria, la cultura si fondono perfettamente con la modernità della città che sta al passo coi tempi e in molti casi li anticipa. Un paese in cui, a nostro parere, non manca nulla. Il turismo, per niente caotico, coesiste con la vita di tutti i giorni dei cittadini belgi, che sono stati nei nostri confronti disponibili e amichevoli. Lasciamo per ultima, ma non per importanza, la nostra considerazione sul mondo birraio del Belgio: semplicemente un paradiso. La birra si beve letteralmente ovunque, è un’istituzione, è quasi una religione! Non vi stupite se mentre fate colazione in qualche cafè del centro vedete dei signori bere birra alle 9 del mattino: in Belgio è la normalità! Come si può non amare questo paese?

    Sicuramente non bastano 4 giorni per visitare il Belgio, ma bastano per farti provare la malinconia e la voglia di ritornarci al più presto….

    INFO PRATICHE:

    • Come raggiungere il centro di Bruxelles dall’aeroporto. (LINK)
    • Come muoversi in Belgio (Nella sezione menu cliccare “Tickets & Railcards“- LINK)
    • Info Parlamento Europeo (LINK)
    • Info Atomium (LINK)
    • Info Torre Beffroi di Gand (LINK)